Corindone
Che cos’è il corindone?
Il corindone è un minerale purissimo che appartiene alla categoria mineralogica degli ossidi. Infatti rappresenta la forma cristallina dell’ossido di alluminio (Al2O3). Il termine corindone deriva dal sanscrito kuruvinda (rubino). Nel 1725 John Woodward denominò questo minerale corinvindum, ma la denominazione attuale fu coniata dall’irlandese Richard Kirwan nel 1794.
Il corindone non contiene silice cristallina respirabile, non è tossico ed è assolutamente privo di sostanze nocive per la salute. Possiede caratteristiche fisiche che dovrebbero consentire un rapido riconoscimento di questo minerale:
- forma spigolosa regolare
- resistente alle temperature elevate; per fonderlo è infatti necessario raggiungere una temperatura di almeno 2000°C.
- Insolubile per tutti gli acidi; anche gli agenti chimici corrosivi hanno difficoltà con il corindone
- elevata durezza, secondo al diamante; 9 Mohs, solo un punto inferiore al diamante
- allocromatico; è presente in tutti i colori. La sua colorazione dipende da impurità che non alterano la sua composizione chimica.
Tipologie e applicazioni
I cristalli di corindone trovano impiego in diverse applicazioni in base alla sua purezza e alla sua granulometria. Le varietà comuni di corindone vengono usate principalmente nella preparazione di abrasivi mentre quelle pregiate vengono impiegate come gemme.
CORINDONE NATURALE
Il corindone è presente in natura come minerale e alcuni suoi cristalli naturali sono impiegati nel settore gioielliero come pietre preziose tra le più ricercate dopo il diamante. A seconda del loro colore assumono nomi diversi: zaffiro (azzurro), rubino (rosso), smeraldo (verde), ametista (viola). Tuttavia già da molto tempo ormai, le gioiellerie di tutto il mondo sono piene di gemme artificiali.
CORINDONE ARTIFICIALE
Il corindone può essere facilmente prodotto in maniera artificiale, grazie a un processo di sinterizzazione. Il risultato è un corindone sintetico, un prodotto con grani eccezionalmente duri e resistente all’impatto che grazie alla sua economicità rispetto a quello naturale trova applicazione in diversi settori industriali.
Anche in questo caso è il colore ad attribuirne il ruolo:
- I granuli di corindone marrone(o rosso-bruno) si distinguono per la sua tenacità e capacità di abradere rapidamente ogni tipo di materiale. Vengono utilizzati per la sabbiatura con riciclo grazie all’alta resistenza all’impatto per rimozione di ruggine, ossidi e bave da costruzioni in ferro e acciaio. Sono inoltre idonei alla sbavatura, finitura antiriflettente, irruvidimento di superfici e preverniciatura. Non meno importante è l’utilizzo del corindone nel settore ceramico dove è utilizzato come additivo anti-sdrucciolo e anti-usura negli smalti delle piastrelle per pavimenti e nella produzione di manufatti ceramici grazie alla sua durezza superficiale. Le diverse granulometrie disponibili consentono di scegliere il grado di incisione adatto ad ogni esigenza.
- I granuli di colore bianco sono meno duri e più puri di quelli rosso-bruno. Essendo meno aggressivi vengono spesso utilizzati come abrasivo per ottenere superfici perfette nelle lavorazioni superficiali del vetro, dei metalli nobili, delle materie plastiche e dell’acciaio inossidabile. I granuli di corindone bianco posso essere utilizzati ad alte velocità di abrasione che grazie alle sue caratteristiche evita il riscaldamento dannoso di materiali sensibili quali refrattari, acciai e metalli di vario genere durante lavorazioni quali affilatura, lucidatura, rettifica e fresatura di precisione.